Enrico Baiano è oggi considerato uno dei più completi ed interessanti interpreti sulla scena della musica antica. Nel suo approccio interpretativo si combinano sapientemente rigore storico-stilistico, libertà espressiva e grande virtuosismo.

Ha registrato vari cd tutti accolti entusiasticamente dalla critica e più volte premiati.

Per Da Vinci Classic ha registrato: J. S. Bach, Il Clavicembalo ben temperato (eseguito su clavicembalo, clavicordo e fortepiano.

Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Metodo per clavicembalo (Ut Orpheus), tradotto in cinque lingue; Le Sonate di Domenico Scarlatti (con Marco Moiraghi; LIM – Libreria Musicale Italiana); Mille fughe, pause e riprese – Clavicembalisti napoletani, in Storia della Musica e del Teatro a NapoliIl Seicento (Turchini Edizioni); Bach and the Seconda Pratica, in Bach e l’Italia, Scambi, sguardi, convergenze. (LIM – Libreria Musicale Italiana)

È docente di clavicembalo e tastiere storiche presso il Conservatorio ‘Santa Cecilia’ di Roma.

Clementi è universalmente noto come ‘il padre del pianoforte’, ma, al pari di Haydn e Mozart, cominciò la sua carriera come clavicembalista, e solo dal 1779 in poi cominciò a dedicarsi al fortepiano. Nato a Roma nel 1752, avrebbe seguito la tipica carriera di organista-cembalista di corte e di chiesa se nel 1766 non fosse stato notato dal gentiluomo inglese Sir Peter Beckford, che lo ‘acquistò’ da suo padre con un contratto di sette anni e lo condusse con sé nella sua residenza in Dorset (Inghilterra meridionale). Sir Beckford era più interessato ad avere una fonte di intrattenimento musicale a prezzo modico che a gesti filantropici; comunque il giovane Muzio (appena quattordicenne) ebbe a disposizione uno o forse più strumenti e una nutrita biblioteca, dei quali fece tesoro studiando accanitamente otto ore al giorno per tutti i sette anni dell’isolamento in provincia. Furono così costruite le fondamenta di una nuova tecnica tastieristica (che parte dalle conquiste fatte da Domenico Scarlatti) e di una vasta cultura, non solo musicale: in età matura Clementi era in grado di parlare diverse lingue (compreso l’arabo), era esperto di lingue e letterature classiche, di scienze naturali, di astronomia; aveva una mente multiforme e curiosa, sapeva fare conversazione in maniera intelligente ed arguta. Con le serie di Sonate pubblicate tra il 1779 e il 1781 Clementi si conquistò la fama di straordinario virtuoso; tuttavia il suo stile rimaneva convenzionale e freddo (Mozart infatti in due lettere al padre ne fece un resoconto completamente negativo). Lo studio instancabile e i viaggi in Europa lo misero in contatto con altre realtà musicali, e nel corso di pochi anni le sue capacità espressive si affinarono e approfondirono, e la sua fama crebbe di conseguenza: Beethoven era un suo grande estimatore. Clementi abbandonò la carriera concertistica intorno ai quaranta anni per dedicarsi alla composizione, all’insegnamento e ad attività imprenditoriali; anche in questo campo dimostrò grande abilità, aprendo una fabbrica di pianoforti che esportava in tutta Europa e una fiorente casa editrice. Con le sue origini oscure, il lungo apprendistato, la faticosa ascesa e la finale conquista della fama, Clementi potrebbe ben essere il protagonista di un romanzo di Charles Dickens!

L’Art de Toucher le Piano

Muzio Clementi

Sonate per Fortepiano

Sonata in fa maggiore op. 23 n. 2

Allegro con Spirito – Adagio – Rondò (Allegretto con spirito)

Sonata in fa minore op. 14 n. 3

Allegro agitato – Largo e sostenuto – Presto

Sonata in la maggiore op. 33 n. 1

Allegro – Rondò (Presto)

Sonata in sol minore op. 34 n. 2

Largo e sostenuto, attacca: Allegro con fuoco, Largo, Tempo primo

Un poco adagio – Finale (Molto allegro)

Enrico Baiano, fortepiano